GRAAL E PIETRA FILOSOFALE.

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di Pietro Albanese

“ La nostra pietra altro non è che oro ridotto al massimo grado di purezza e di sottile fissazione. E’ stabile e incombustibile come una pietra ma la sua apparenza è quella di una polvere fine”(Ireneo Filalete, La pietra filosofale,1667). Ireneo Filalete noto filosofo e alchimista inglese del XVII secolo,affermava che la pietra filosofale era fatta di oro e che l’arte dell’alchimia applicata consisteva nel procedimento perfetto di trasformazione.Un altro grande alchimista,forse tra i più  grandi,fu Nicolas Flamel (XV sec.), al quale si attribuisce la soluzione della “pietra filosofale”. Perché valenti uomini di scienza dedicavano gran parte del loro tempo alla ricerca della “lapis philosophorum”?. Era davvero il poco nobile segreto della trasmutazione del villico metallo in oro a tenere impegnati grandi personaggi spesso tacciati di stregoneria? Numerosissimi scrittori, ricercatori, teologi, discutono animosamente da sempre sul significato della parola “GRAAL”. Per quasi tutti coloro che ne hanno qualche volta sentito parlare, il “GRAAL” altro non è che il calice servito a Giuseppe di Arimatea per raccogliere il “Sacro Sangue” di Gesù Cristo. Per la Chiesa di Roma il “GRAAL” costituiva uno spinoso argomento di discussione, accuratamente evitato, avvolto da un alone di mistero e relegato nel mondo dell’oblio. Altre religioni e movimenti esoterici hanno riservato ben altra attenzione all’argomento, tanto che fiumi d’inchiostro sono stati versati per descrivere il significato reale di “GRAAL”. Non starò qui ad enunciare gli innumerevoli importanti e criptati significati dei quali la parola “GRAAL” si avvale e quindi mi limiterò ad esporre una delle varie interpretazioni. “GRAAL” deriva dal mesopotamico GRA.AL. e secondo alcune traduzioni letterarie significa”IL NETTARE DELLA SUPREMA ECCELLENZA” e “L’ORO DEGLI DEI”. I Sumeri, gli atavici abitanti della Mesopotamia (l’attuale IRAK), davano un’importanza fondamentale al “nettare degli Dei”, poiché affermavano che di tale nettare gli Dei si nutrivano per allungare il corso della loro vita. Anche i Sumeri e gli Egiziani ci lasciano informazioni sconcertanti sul “CIBO DEGLI DEI”, definendolo rispettivamente “SHEM.AN.NA.” e “MFKZT”(forse si pronuncia mufkutz). Ma c’è un altro aspetto interessantissimo che riguarda il “CIBO DEGLI DEI”.I popoli appena citati dicevano anche che la polvere che si otteneva dalla fusione dell’oro in una determinata condizione (“polvere di proiezione”per gli alchimisti), serviva agli DEI per entrare in una “dimensione alternativa, parallela”. Gli Egiziani, in particolare, denominavano questa “dimensione”Il campo di MFKZT, dove il Faraone vi giungeva dopo la morte, accolto dagli DEI, un “campo” che permetteva il passaggio da una dimensione all’altra. Nell’era attuale la parola “campo” è usata anche per indicare una regione dello spazio dove agiscono forze come la “gravità” ed il “magnetismo”……ma non divaghiamo troppo. Tutto ciò è “fisica” e continuare su questo percorso ci condurrebbe inevitabilmente a discutere di “oro monoatomico”, “superconduttori”,”campo di Meissner”……Qualora la vostra curiosità vi spingesse oltre questo articolo, consultate un testo specifico.Solo a titolo informativo, sappiate che  nel campo delle applicazioni industriali alcune ricche compagnie sono molto avanti  nella ricerca concernente i famosi “campi”. Posso assicurarvi che le ricerche sono molto vicine alla soluzione finale della “pietra di proiezione”, come veniva definita dagli alchimisti stregoni. Oggi “alchimista” non è più di moda; colui che si occupa di “ricerca” si definisce scienziato e non deve fare più i conti con la “SANTA INQUISIZIONE”. Tra qualche anno ci sveleranno il segreto della “PIETRA FILOSOFALE”. Tale rivelazione comporterà un cambiamento radicale ed epocale del nostro modus vivendi e ci aiuterà a fare quel salto di qualità per entrare in quella nuova era  tanto attesa.

 

PIETRO ALBANESE