Scuola/ Immissione in ruolo, stangata per la Puglia. Solo 2.242 docenti, 1270 verso la pensione

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«Il Miur ha riservato alla scuola pugliese una sgradita sorpresa visto che, anche in occasione dell’assegnazione del contingente per le immis­sioni in ruolo dei docenti per il 2018/19, i conti non ci convincono». A denunciarlo è la Cgil, ricor­dando di aver «già denunciato un accanimento contabile nei confronti della nostra regione in occasione dell’attribuzione degli organici docenti oltre che ATA e si sperava che segnali positivi potessero giungere in occasione delle immissioni in ruolo dei docenti. Ma così non è stato». Per il segretario regionale della Flc Cgil Claudio Menga «anche per le immissioni in ruolo i numeri sono impietosi delle 57.322 immissioni in ruolo solo 2.242 sono i posti riservati alla Puglia. Si tratta – spiega – di una percentuale del 3,91 % nonostante il peso dell’organico docenti pugliese sia pari al 7,3% dell’organico nazionale. Un ennesimo triste dato dovuto al fatto che la nostra regione que­st’anno si è collocata al primo posto per tagli agli organici docenti (-296 posti) e realizza in Italia il rapporto alunni/docenti più alto (12,81 alunni per docente contro una media nazionale del 12,22) il cui riequilibrio comporterebbe un incremento di organico di 2.228 posti. Cambiano i governi ma, per la scuola meridionale , è sempre la solita solfa».

«L’alto tasso di dispersione scolastica e l’elevato numero dimensionamenti – incalza Gianni Verga, segretario della Uil scuola – sono statistiche che evidentemente non interessano a chi vede il sistema come un settore sul quale continuare ad abbattere indiscriminatamente la scure dei tagli verticali». Il contingente pugliese di 2.242 unità (772 a Bari, 252 a Brindisi, 477 a Foggia, 378 a Lecce e 363 a Taranto) è «un’inezia – attacca ancora Verga – che non servirà a coprire neanche lontanamente il deficit attuale. Al netto di una carenza basilare di docenti pari a 3000 unità che denunciamo da tempo, basti pensare che solo in provincia di Bari sono 1270 i lavoratori che stanno andando in pen­sione. Un dato in vertiginoso aumento rispetto ai 665 pensionamenti dello scorso anno, pari a un +100% sul 2017, un esodo vero e proprio che se non sarà colmato con nuovi innesti (solo per il per­sonale ATA è garantito il pieno turnover) metterà in crisi seria i dirigenti scolastici e a repentaglio il regolare svolgimento dell’anno scolastico. Se que­sto è il vento del cambiamento – conclude Verga – siamo messi molto male. In campagna elettorale, le formazioni politiche che poi hanno dato vita al nuovo Esecutivo hanno sbandierato ai quattro venti il vessillo della meritocrazia, salvo poi umiliare, nei fatti, il luogo di istruzione e formazione per eccellenza delle nuove generazioni. Forse gli errori del recente passato, a cominciare dal fa­migerato decreto Buona Scuola, non hanno in­segnato nulla. Siamo pronti alla mobilitazione per restituire alla scuola pugliese e del Mezzogiorno la dignità perduta a colpi di tagli indiscriminati”.

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