Italia in Comune Puglia chiede le dimissioni del ministro Bussetti

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“Le scuse non bastano” si legge nella nota di partito

All’indomani delle dichiarazioni del Ministro dell’Istruzione Marco Bussetti che, rispondendo alla domanda di un giornalista, ha individuato nello scarso impegno dei docenti del sud la ragione del gap tra le scuole del sud e del nord, insorge il direttivo di Italia in Comune Puglia che chiede ufficialmente le dimissioni o la rimozione dall’incarico del politico leghista.

Al di là della beffa, dello schiaffo a una porzione di Italia a cui la Lega ci ha tristemente abituati, riteniamo inconcepibile che un Ministro, un rappresentante dell’Italia intera, di tutta una categoria professionale che è il corpo docente, possa sostenere una tesi così raffazzonata e non corroborata da un’analisi seria, secondo la quale al sud mancherebbe l’impegno di insegnanti e studenti, e alimentare ancora una insulsa e dannosa divisione tra sud e nord. – si legge nella nota del partito guidato, a livello regionale, dal sindaco di Bitonto Michele AbbaticchioA noi pare che il dato da cui prende le mosse l’analisi del Ministro sia uno solo: il suo disprezzo per il sud. Vogliamo ricordare al Ministro- continua il documento- che il nord cresce grazie al sud anche sotto il profilo intellettuale visto che metà degli insegnanti al nord proviene dal sud così come buona parte degli specializzandi, dei ricercatori, dei medici e dei vincitori di qualsiasi concorso. Oppure che le scuole migliori, quelle con un maggior numero di collaboratori, con i migliori collegamenti e le migliori strutture sono al nord. Ancora, che al sud, di contro, sono registrate maggiore povertà educativa, maggiore dispersione scolastica, maggiori disagi socio-economici delle famiglie, mentre sono minori i fondi destinate a istruzione e ricerca e, in genere, di meno le risorse in ogni ambito. Non in ultimo, che esistono degli indicatori, i cosiddetti LEP (livelli essenziali delle prestazioni) così come concetti come parità di diritti e servizi di tutti i cittadini italiani, che sono tutelati dalla Costituzione italiana, di cui lui, da Istituzione, dovrebbe essere garante. In sostanza, dirgli che no, Ministro, l’impegno non c’entra. Il fatto è che non possono paragonarsi due situazioni con condizioni di partenza così diversificate. Per ridurre un gap che è stato costruito nei secoli servono uguali ripartizioni di risorse, di investimenti per gli istituti e per i servizi, ugual numero di infrastrutture: in una parola, uguali condizioni di partenza. Uguali possibilità. Occorrono i fondi. Esattamente quelli che, con il regionalismo differenziato, si vorrebbero far rimanere tutti in Lombardia e Veneto.

Per questi motivi, stringendoci attorno agli insegnanti del sud che, ogni giorno, devono fare il doppio della fatica dei colleghi del nord e ai quali, certamente, impegno, sudore e sacrificio non spaventano, chiediamo che un signore così sprezzante nei confronti di una porzione d’Italia e dei suoi lavoratori, si dimetta o venga rimosso dall’incarico.” , hanno concluso gli amministratori e gli iscritti del direttivo pugliese di Itc lasciando intendere che non riterranno sufficienti le semplici scuse del Ministro come richieste dal vicepremier Luigi Di Maio.