L’AUTORITA’ PER LE GARANZIE DELLE COMUNICAZIONI (AGCOM) CENSURA MIGLIO: UNA RIFLESSIONE SU FATTI E PERSONE.

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Il livore del sindaco Miglio in seguito alla segnalazione fatta al CO.RE.COM Puglia in tema di divieti alle amministrazioni pubbliche, a far data dalla convocazione dei comizi elettorali e fino alle operazioni di voto, di svolgere attività di comunicazione ad eccezione di quelle indispensabili alle proprie funzioni possibili solo forma assolutamente impersonale e la conseguente ordinanza della autorità per le garanzie nelle comunicazioni, mette sicuramente in discussione tutte le illazioni che lo stesso, in questi giorni e non più tardi di ieri sera durante il dibattito politico tra candidati sindaci, si offrono a qualche riflessione:
già qualche giorno fa, facendo riferimento al proprio DNA, il sindaco uscente evidenziava che non vi era stato alcun inganno alla cittadinanza; a tal fine, dopo aver unitamente a qualche accolito, censurato la rancorosità di alcuni nella campagna elettorale così si esprimeva: “comprendo che la pochezza di contenuti e di idee…”.
Bene, signor sindaco, le idee possono essere anche poche, ma sicuramente precise e lecite cosa che alla luce dei fatti non appare e ahimè qualche domande la pone:
se il sindaco, forse non comprendendo il significato di quella censura, ha tentato di giustificare che gli investimenti ci sono (ma la censura colpisce il modo e non la sostanza), dimentica, altrettanto, che lo stile della cartellonistica con tanto di simbolo della amministrazione comunale, in quella circostanza vocatamente utilizzata a mo’ di pubblicità personale, non appare come un semplice comunicato dell’amministrazione alla cittadinanza.
Nello stesso comunicato, inoltre, oltre alla pochezza di idee e contenuti, il Miglio, imperterrito, evidenzia ancora la povertà di idee ed un palese rancore degli avversari, nonché si addentra nel campo della psicologia a lui certamente non nota evidenziando la frustrazione umana e politica di noi avversari, a suo dire senza precedenti.
Ma signor Miglio, tutta questa irritazione e la prospettiva di azioni in tutte le sedi, non è piuttosto frutto di un grossolano errore, forse mal suggerito da chi si occupa di campagna elettorale, ove la sua ammissione avrebbe dimostrato una trasparenza intellettuale ed un “cantore” che oggi risulta assolutamente indimostrabile?
Qui viene il dubbio che le promesse fatte già 5 anni fa e non mantenute, unitamente a quelle di oggi, fortificano la convinzione che, sulla scorta delle ostinate “non ammissioni”, possano risultare ingannevoli verso chi l’ha votata ed ahimè la voterà.
Un semplice accenno, che vogliamo condividere con lei, sulla necessità di fidarsi poco di qualche servile accolito attualmente al suo servizio che accenna a far politica, all’occasione, attraverso la messa a disposizione dei propri mezzi di comunicazione. Presto al cambiar del vento troverà altri padroni e la legge dei Lanzichenecchi.
Tanto meno si fidi di improvvisati difensori della fede nel mondo dell’edilizia, oggi premiati dagli appalti ottenuti, domani arrabbiati accusatori se gli appalti andranno ad altri.
Peraltro, non sappiamo se si può dire, ma come al solito non hanno capito “un tutero” e ciò non sorprende!
Un ultimo cenno al “parentato” che ci ha deliziato con le sue affermazioni “gentaglia”, mentre una spiegazione è subito giunta: “forse quel termine lo ha erroneamente invocato perché stava passando davanti allo specchio…”.
Orbene, si arrenda a questa evidenza, lei con i cartelloni ha toppato!
Se continuerà a farlo anche nei programmi ci affidiamo alla Provvidenza.
Intanto non possiamo che augurarle una vittoria sicura, così, per quanto ci riguarda, “la battaglia potrà continuare”.