UN SANSEVERESE IN PARADISO Un tributo a Giorgio La Porta

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Precoce ed inaspettata.
Quando giunge, come un fulmine a ciel sereno, non ti lascia il tempo di capire.
È come uno schiaffo improvviso sulla guancia che ti stordisce.
Porta dolore, disperazione, confusione e crea un incolmabile vuoto.
È una perdita che sconvolge.
Eppure, in questo momento di sgomento, voglio provare ad irradiare raggi di luce, che possono illuminare questo buio che è sopraggiunto sulla famiglia La Porta, sugli amici, sui conoscenti e su tutta San Severo.
Voglio portarvi a pensare che il Padre Eterno non abbia voluto privare e provare una famiglia, ma semplicemente abbia voluto avvalersi del grandissimo piacere di avere con sé quel Giorgio, allegro, divertente, scherzoso, sorridente, che qui molti hanno conosciuto o semplicemente sentito parlare.
Voglio immaginare, con voi, che appena abbia schiuso gli occhi al terzo cielo, abbia sorriso, e divertito si sia chiesto chi sia stato a fargli un così sorprendente scherzo.
Dietro di lui una figura che con una pacca sulla spalla gli dice: “ Ti stavo aspettando. Avevo bisogno della tua letizia.”
Voglio osare, che facendogli un occhiolino d’intesa gli abbia chiesto: “ Hai dimenticato di portar qualcosa?”, ed ancora aggiunge: “Vedi, Giorgio, c’è una tavola imbandita, una tavola apparecchiata a festa per te e per tanti, qui in Paradiso”.
La mia fervida fantasia mi lascia vedere Giorgio, che da perfetto imprenditore sanseverese, coglie l’attimo e comprende che cosa manca.
In una conviviale mensa non può mancare del buon bere.
Giorgio propone ai commensali una novità , ma in realtà tutti già se lo aspettano perché anche lì è arrivata la notizia.
“E sì, la tua idea Giorgio non ha oltrepassato solo i confini della terra, ma è arrivata molto in alto” afferma qualcuno.
“Un piccolo problema è il nome goliardico, non adatto ad una birra celestiale” sentenzia, sogghignando, uno dei presenti.
Ma al cospetto del Signore tutto può avere una soluzione. Angeli intenti ed indaffarati a mascherare quel nome e lasciare che tutti ne bevano.
Immagino una festa dove i tuoi sforzi non sono stati vani.
Semmai ogni immaginazione possa differire dalla realtà, e Giorgio si trovasse ad attendere di entrare e partecipare a quel banchetto, non credo che avrebbe d’aspettar tanto. Come potrebbe aspettare un’anima che con poco ha dato tanto. Ha allietato con risate, battute e scherzi la vita di tanti, ha unito coppie di innamorati che si sono amati, dopo un litigio, dinanzi ad un trancio di pizza e ad un sorso della sua famosa birra, ha accompagnato il pasto di famiglie, unito amici, conciliato persone che da tempo erano nemici, sorridendo al sol sentire che una birra può avere in comune qualcosa con una donna. La tua birra Giorgio, e ciò che mi hanno raccontato di te come uomo sulla terra, sono il bagaglio più bello che hai portato lassù.
La tua famiglia sia certa e consolata nel sapere che niente è perduto.
La vita è piena di sorprese. Talvolta è un gioco, uno scherzo. Bisogna accettarla così com’è. Forse è questo che hai fatto sin ora ed hai voluto lasciare come insegnamento. Tutto ha un senso anche se a noi è sconosciuto. Ora sei nell’eternità, ed i sanseveresi ti sono grati per aver portato quel po’ di bene e di onore alla nostra città.

Sentite condoglianze a tutta la famiglia.
Giorgio è tutti noi.
Teresa Francone