IL VERDE A SAN SEVERO

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di Teresa Francone

San Severo è una tela bianca, dove su uno sfondo azzurro, che altro non è che il cielo terso del primo mattino di questa città, si fondono le tinte del caffellatte, della calce, della sabbia e dell’avorio, dei marroni pallidi e quelli tipici dei mattoncini, della terra rossa, del rosa antico ed il pesca che giocano a chi sia il più garbato. Quelli più vivaci, i colori del caseggiato moderno di periferia. Il bigio delle strade asfaltate, delle chianche bianche impolverate segna i vicoli, le vie e le larghe strade da percorrere. Tra le tante pennellate, la mancante è un tocco di verde che non è quello delle persiane, dei vecchi portoni di case e antiche chiese, che non è quello delle ringhiere dei balconi e dei cancelli, che non è quello di sparute erbacce sui cigli delle strade o delle piante fiorite in qualche vascone in cemento mal ridotto, che non è quello di aiuole circoscritte in piccoli angoli o piccole piazzette della città, che non è quello cimiteriale, di qualche zona non ancora edificata, di qualche alberello lasciato al suo posto perché le radici non hanno ancora forzato la terra, tantomeno i palmizi che orientalizzano qualche via commerciale. Quel verde dei grandi spazi e dei grandi respiri a pien polmoni ne saranno forse un paio. Due macchie verdi di cui l’una è un oasi, dove si sono susseguite storie, pettegolezzi e vociferare di molti sanseveresi, sotto il silenzioso assistere di una moltitudine di essenze arboree ed arbustive, e sotto il benestare di manufatti storici, l’altra un parco urbano il cui nome del famoso educatore, fondatore dello scautismo e del guidismo, non è stato un forte richiamo alla gioventù odierna a farla desistere nell’intento di trasformarla in una moderna prateria per mandrie di bisonti, che sterminano ed imbrattano un’area di ben 17mila metri quadrati. Aree estese ma non così efficaci per ossigenare e rigenerare gli abitanti di San Severo. Questo quadro lo conoscono molto bene i sanseveresi e forse avrebbero altri tocchi da aggiungere, tra i quali la mancanza di aree ludiche sicure all’aperto, adatte ai bambini, che oltre a giovarne in salute fisica e psicologica, ci si potrebbe auspicare che essi, giocando in mezzo al verde, nel loro prossimo futuro diventino “Adulti GREEN” rispettosi e capaci di salvare la terra dal soffocamento dell’inquinamento. La mancanza di aree per famiglie ed anziani, che priva il godimento della frescura che solo il fogliame può regalare, impedendo, inoltre, a coloro che avrebbero il bisogno incombente di rilassarsi, di restare in città piuttosto che prendere l’auto e andar altrove. E’ risaputo che stando a contatto con la natura l’essere umano ha ben otto benefici, scientificamente provati: effetto energizzante, migliore qualità del sonno, stimolazione delle capacità mentali, riduzione dello stress, miglioramento della memoria, abbassamento del rischio di ipertensione, contrasto della depressione, rinforzo del sistema immunitario. Adornando, abbellendo, o se vogliamo dire “forestando” di tanto verde la nostra città, avremmo un’aria più pulita, ombra ed una migliorata estetica della stessa, utile al ben vivere degli stessi cittadini. Una città trasformata in un “BENVENUTO” per coloro che son di passaggio e che potrebbero decidere di soffermarsi. In questa epoca si cerca di porre rimedio alla perdita degli ambienti verdi e puliti, proponendo idee molto futuristiche come i “TETTI VERDI” che non sarebbero altro che l’utilizzo di vegetazione su edifici predisposti a questa nuova tecnologia, che tratterrebbero polveri inquinanti e l’acqua piovana, riducendo il rischio di allagamenti. Si pensano a giardini verticali che consentono di colonizzare con il verde pareti di interni ed esterni. Ma il quadro che i cittadini sanseveresi vorrebbero ammirare è quello di una città normale senza grandi pretese, (anche se prima di questo sarebbe conveniente una rieducazione all’ambiente ed ai beni pubblici per evitare una incuria diffusa da parte di molti di essi), dove il verde sia curato laddove già esista e che sia d’esempio per quelle zone dove si pensi di crearne. Sarebbe bello immaginare un centro storico impreziosito da piante ornamentali che rendino accogliente e piacevole una semplice passeggiata. Alcune piazzette siano provviste di panchine semplici, ma di buon gusto, accostate da aiuole con bordure miste e colorate. In spazi più copiosi giostrine ed attrezzi ginnici, intervallati da percorsi alberati per correre, andare in biciletta o semplicemente per far due passi. Sarebbe interessante coinvolgere i cittadini a rendere le strade di quartiere, gli stessi spazi antistanti abitazioni e locali commerciali piccoli spazi fioriti. Invitare coloro che hanno il siddetto “pollice verde” a far sì che le proprie balconate destino ammirazione. Una premiazione a tal impegno, chiaramente è doverosa. Gli insegnanti, soprattutto dal prossimo anno scolastico, coinvolgano gli studenti di tutte le età a prendersi cura di piante coltivate nelle classi e dislocate negli stessi edifici scolastici, e se più fortunati nei cortili antistanti. Magari si potrebbe invitare lo stesso Primo Cittadino a premiare gli studenti più volenterosi ed impegnati a difendere il verde. Le nuove costruzioni siano già progettate con aree di gioco e relax, ovviamente ed obbligatoriamente GREEN. Troppo visionaria la mia idea di una San Severo lussureggiante, ma vi è sempre la libertà di sognare ed immaginare. Spero che gli ammistratori di questa città non si arrendano alle poche risorse economiche, ai pochi finanziamenti e a quei cittadini degenerati e devastatori. Se ci arrendessimo tutti, allora, il quadro di questa città sarebbe rappresentato da un sacco nero di plastica e da un bidone della monnezza.

Teresa Francone


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