Umberto Porrelli, rappresentante locale di “Italia in Comune” chiede la costituzione a San Severo di una cabina di regia comunale fatta di tecnici, professionisti e dirigenti comunali allo scopo di aiutare le aziende locali nel percorso di riconversione previsto dal cosiddetto decreto “Cura Italia”.

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“Fare sistema con le aziende del territorio, coinvolgere professionisti ed esperti di innovazione tecnologica per cogliere al volo le opportunità del decreto Cura Italia”. È la ricetta proposta  all’amministrazione comunale da Umberto Porrelli, rappresentante locale di “Italia in Comune” che chiede la costituzione a San Severo  di una cabina di regia comunale fatta di tecnici, professionisti  e dirigenti comunali allo scopo di aiutare le aziende locali nel percorso di riconversione previsto dal cosiddetto decreto “Cura Italia”.

“Nei momenti difficili – spiega  Porrelli –, al di la delle appartenenze politiche, abbiamo il compito di unire i nostri sforzi in favore della comunità. Ci sono aziende locali che possono riconvertire le attività e produrre dpi, mascherine per il viso, maschere per sala di rianimazione ed altro ancora. Gli uffici comunali e professionisti esperti sanseveresi potrebbero accompagnare le aziende nel processo di innovazione per trasformare una possibile crisi del settore in una opportunità. Ad esempio alcune aziende locali del settore tessile potrebbero avviare la produzione di  mascherine in tessuto”.

Il Dpcm del 24 marzo, infatti, prevede incentivi a sostegno della produzione e la fornitura di dispositivi medici e di dispositivi di protezione individuale (dpi) per il contenimento e il contrasto dell’emergenza epidemiologica covid-19. La misura è gestita da Invitalia e ha dotazione finanziaria a favore delle imprese di 50 milioni di euro. La misura si rivolge alle imprese costituite in forma societaria senza vincoli di dimensione che intendono ampliare e/o riconvertire l’attività finalizzandola alla produzione di dispositivi medici e/o di dispositivi di protezione individuale. La dimensione del progetto di investimento può variare da 200mila euro a 2 milioni di euro. Previsto un mutuo agevolato a tasso zero a copertura del 75% del programma di spesa, rimborsabile in 7 anni. Previste anche premialità: infatti il mutuo agevolato può trasformarsi in fondo perduto in funzione della rapidità di intervento: sarà del 100% di fondo perduto se l’investimento si completa entro 15 giorni: del 50% di fondo perduto se l’investimento si completa entro 30 giorni; del 25% se l’investimento si completa entro 60 giorni. “In un periodo di crisi come quello attuale  – conclude il rappresentante di Italia in Comune,  Porrelli –, le risorse umane del comune grazie all’esperienza  accumulata in anni di attività, potrebbero essere messe a disposizione delle aziende locali per avviare una vera e propria rivoluzione del settore produttivo locale. Trasformare per un periodo limitato gli uffici comunali dell’are produttiva in un incubatore d’impresa per affiancare e sostenere gli imprenditori disponibili a innovare la produzione potrebbe aiutare il settore produttivo locale ad uscire dalla crisi che si profila all’orizzonte. Intanto, ovviamente, andrebbero studiati anche altri provvedimenti di competenza comunale quali: lo stop al pagamento della Tarsu e forme di sostegno ai nuclei familiari fragili e senza ammortizzatori sociali che sono attualmente esclusi dagli aiuti annunciati dal Governo”.