Andrea Pazienza: l’artista che possedeva nel DNA tutto il Sud

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Andrea Pazienza nasce a San Benedetto del Tronto il 23 Maggio del 1956, ma profondamente legato a San Severo, un comune pugliese vicino Foggia, come dice sua madre, Giuliana Di Cretico: “Andrea era profondamente sanseverese, nella scala elicoidale del suo DNA c’erano tutti i gradi della meridionalità. Diverso il rapporto con San Benedetto del Tronto, ci nacque come di nasce sugli aerei”.

Andrea trascorre la sua infanzia e adolescenza nelle località del Gargano, amerà così tanto questi luoghi da usarli spesso da sfondo per le avventure dei suoi fumetti. Si trasferisce a Pescara per iscriversi al Liceo Artistico, dove Tanino Liberatore che diventerà un altro grande autore del fumetto italiano. A Pescara comincerà la sua carriera d’artista dipingendo quadri di contestazione: “Prima di fare fumetti dipingevo quadri di denuncia. Erano tempi nei quali non potevo prescindere dal fare questo. Ma i quadri venivano comprati da farmacisti che se li mettevano in camera da letto. Il fatto che il quadro continuasse a pulsare in quell’ambiente mi sembrava, oltre che una contraddizione, anche un limite enorme”.Nel 1974 si iscrive al DAMS, Discipline delle Arti, Musica, Spettacolo dell’Università degli Studi di Bologna, ed ispirato profondamente dal periodo da alla luce “Penthotal“(pubblicato da Alter Alter nel 1976), che diviene ben presto bandiera del movimento studentesco di quegli anni. Dopo le pubblicazioni di questi albi Andrea Pazienza, da sconosciuto studente del DAMS, diventa un famoso illustratore e fumettista caratterizzato da originalità e inibizione.Negli anni Ottanta, “Paz”, descrive tematica più brutali (droga e violenza soprattutto, ma la produzione è molto variegata) con una potenza comunicativa dirompente ed estremamente efficace. Con “Pompeo” raggiunge l’apice della letteratura e dell’espressione visiva, prendendo il lettore nella sua interezza per scaraventarlo di forza nella storia commovente che viene raccontata con tanta maestria.Tutti i personaggi di “Paz”, sono un misto di comicità e furbizia, di crudeltà e raffinatezza mentale. Tutti loro creano emozioni diverse che vanno dall’orrore alla comprensione, dall’amarezza all’esaltazione, dall’infinita tristezza alle risate a crepapelle; sono personaggi veri, che si possono incontrare al bar, al supermercato oppure in una biblioteca; non sono eroi, vivono drammi quotidiani, eventi che possono capire a chiunque ed hanno reazioni più che umane.L’attività di Andrea non si ferma alla sola produzione di storie a fumetti, ma collabora con varie riviste italiane (Alter Alter, Frigidaire, Linus), diventa un illustratore estremamente prolifico, raffigurando le più belle copertine di dischi per artisti del calibro di Frank Zappa, PFM, Enzo Avitabile e tanti altri; ma anche locandine per opere teatrali e film, emblematica è quella ideata per Federico Fellini per “La città delle donne”.

L’efficacia dello stile comunicativo di Pazienza, l’originalità del tratto, il traboccante talento e la grandissima sensibilità rendono ogni sua opera unica e inimitabile. Se pur breve che sia stata la sua vita, ha reso il fumetto italiano uno dei medium migliori dell’epoca caratterizzato da potenza visiva e immaginazione encomiabile.

Chi ha letto uno qualsiasi dei suoi fumetti, o abbia visto una copertina di un disco o l’inserto di una rivista, o si sia soffermato ad ammirare il murale realizzato alla Mostra D’oltremare di Napoli, non può che essere d’accordo con le parole di Vincenzo Mollica“C’era una volta e ci sarà sempre Andrea Pazienza, che disegnava sul cielo rubando i colori dell’arcobaleno.”

FONTE: https://eccellenzemeridionali.it/