Gentile YouLive, vi prego di segnalare quanto sta accadendo in questa scuola di San Severo. È con grande preoccupazione che scrivo di una situazione che sembra minacciare i principi fondamentali di inclusione e equità che dovrebbero governare le nostre istituzioni educative.
Negli ultimi anni, il termine “inclusione” ha guadagnato terreno in Italia, diventando sinonimo di giustizia sociale e di opportunità per tutti. L’inclusione nelle scuole è fondamentale per garantire che ogni bambino, indipendentemente dalle sue condizioni, possa crescere e imparare in un ambiente accogliente. Tuttavia, ciò che ho osservato all’istituto De Amicis a settembre ha messo in discussione tutto questo progresso.
La dirigente scolastica, che frequentemente promuove il suo amore per il ruolo che ricopre sui social media, ha rivelato gli elenchi delle classi solo all’ultimo momento, creando confusione tra i genitori. A pochi giorni dall’inizio delle lezioni, le classi a tempo prolungato sono state formate con numeri che, da 18 e 19 bambini, sono magicamente diventati 15 e 22. Questo cambiamento ha sollevato non pochi sospetti.
Il giorno della cerimonia di apertura, abbiamo assistito a spostamenti di alunni tra le classi, senza alcuna spiegazione chiara. La situazione ha spinto me, come madre, a richiedere un colloquio con la dirigente per chiarire i motivi di tali cambiamenti. La sua risposta, che affermava che i nuovi assetti erano stati creati in base alle esigenze delle famiglie, ha suscitato in me molteplici dubbi.
Quando ho chiesto se fosse possibile rivedere la divisione delle classi per garantire il miglior ambiente di apprendimento per tutti i bambini, la risposta è stata evasiva e preoccupante: “Non si può più fare, mi metterei in un fuoco.” Questa affermazione ha lasciato spazio a interrogativi inquietanti: perché un “fuoco”? C’è ancora distinzione tra i figli “di” e quelli di nessuno nel 2024?
Oggi, mi rivolgo al sindaco di San Severo, il quale ha basato la sua campagna elettorale sull’inclusione. Come può garantire il suo piano di integrazione e miglioramento per la città quando tali situazioni si verificano nelle scuole? Qual è l’interesse reale che guida le decisioni del dirigente scolastico?
La mia è una voce tra tante, una madre profondamente preoccupata per il futuro dei propri figli. È fondamentale che la comunità si mobiliti e chieda risposte chiare e trasparenti su questi temi cruciali. L’inclusione non è solo una parola; è un diritto fondamentale che deve essere rispettato in ogni aula e in ogni scuola.
Deise P.