DA THOTH A GIUDA / di Pietro Albanese

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“Le labbra della sapienza sono aperte solo alle orecchie della comprensione” ( da il KYBALION ). Questo principio ermetico, espressione di notevole apertura mentale, viene talvolta applicato in modo non consono all’ insegnamento dei Maestri della dottrina esoterica del grande Thoth. “ Thoth” per gli Egiziani,”Ermete Trismegisto” ( il tre volte grande ) per i Greci, “Mercurio” per i Romani,”Ningishzidda” per i Sumeri, era ritenuto lo scriba degli dei, il dio della scrittura, della scienza, della matematica. Non è questa l’ occasione per dare ampio spazio alla figura enigmatica del dio Thoth. Mi riprometto però di ritornare presto a parlarne. Per il momento mi limiterò a qualche altro accenno, avvalendomi della traduzione di alcune tavolette di terracotta emerse dalle sabbie mesopotamiche ( l’ attuale IRAK ) dopo millenni di oblio. Scavi archeologici condotti da Sir H. A. Layard a partire dal 1849, hanno prodotto uno dei maggiori ritrovamenti di testi accadici tra le rovine di Ninive, antica capitale assira fondata da Sennacherib, chiamata Kuyunjik dai locali, governata da Assurbanipal dal 669 al 631 a.c.. Tra i ritrovamenti, 25.000 tavolette d’ argilla ed un testo dove Assurbanipal, autore dell’ allestimento della Biblioteca di Ninive, affermava :

Il dio degli scribi mi ha concesso

Il dono della conoscenza della sua arte.

Io sono stato iniziato ai segreti della scrittura.

So leggere anche le complicate tavolette

Nella lingua di Shumer;

Comprendo le enigmatiche parole

Incise nella pietra

Fin dai giorni che precedettero il diluvio. ( da Il Pianeta degli dei di Z. Sitchin – Piemme-Pocket ).

Di Thoth è stato detto e scritto tanto . Molti dei suoi scritti sono però molto probabilmente andati perduti per sempre forse in quello che viene considerato uno dei maggiori scempi a danno dell’ umanità. L’ incredibile episodio è quello della distruzione della Biblioteca di Alessandria d’ Egitto, avvenuta nel 391 d.c., ad opera di una folla inferocita di cristiani guidata da Teofilo, un vescovo di Roma. Ciò che mi ha spinto a questa premessa, era indispensabile per esporvi un argomento di cui attualmente si discute animosamente: lo Gnosticismo. Recentemente mi è capitato di assistere, comodamente dalla mia poltrona di casa, ad un interessante dibattito televisivo dai  contenuti gnostici . “ Gnostici “ deriva da “ gnosis “ ( termine greco ) e il suo recondito significato è “conoscenza”. Il format televisivo “ Rebus, questioni di conoscenza “, ancorato al circuito TV ODEON, si avvale di un talentuoso giovane conduttore, il quale, nel corso delle sue trasmissioni, espone egregiamente temi ritenuti scomodi dall’ Establishment. La puntata dell’ 8 febbraio 2008 era interamente dedicata allo scottante argomento dei Vangeli gnostici. Ospiti della serata erano tre eruditissimi e valenti esperti del settore, ognuno dei quali ha esposto rigorosamente concetti religiosi ed esoterici… forse un pò troppo rigorosamente. Pur riconoscendo la loro imprescindibile autorevolezza in materia, l’impressione ricevuta è, che la discussione sia scivolata  su un piano squisitamente filosofico, ma proprio per questo poco accessibile ai molti. Vani infatti risultavano i tentativi del conduttore di riportare il dibattito tra gli ospiti a un livello più adatto ad un telespettatore di fascia oraria compresa tra le 21,30 e le 23,00. Yaldabaoth, arconti,Pleroma, Logos, ilici, psichici, pneumatici, sono termini che abbisognano di un’ adeguata spiegazione, altrimenti si arrecano solo danni a coloro che si sforzano di aprire un varco laddove un muro ne impedisce il passaggio da migliaia di anni. La stima che ripongo personalmente negli ospiti di Rebus è senza ombra di dubbio scevra da qualsiasi pregiudizio. Il  mio, per chiudere questa breve digressione, vuole essere solo uno stimolo proteso al raggiungimento dello stesso obbiettivo che accomuna tutti: la chiarezza. Gesù Cristo soleva spesso dire: chi ha orecchie per intendere intenda!. Non me ne vogliano i più ben titolati relatori di Rebus. Bene, è arrivato il momento di spiegare sinteticamente ma con chiarezza cosa sono i Vangeli gnostici. Diversi manoscritti ( rotoli, pergamene ) ritrovati in varie località, tra le quali spiccano Qumran ( Mar Morto-Terrasanta ), Nag Hammadi ( Egitto ) ed altre, annoverano documenti come i Vangeli di Tomaso, Pietro, Filippo,  Maria, Verità, dei Nazorei, Giuda ( di quest’ ultimo ci occuperemo nel prosieguo dell’articolo ) ed altri ancora. Al momento si presuppone l’ esistenza di circa cento Vangeli. Questi Vangeli “ gnostici “ evidenziano notevoli differenze di vedute all’ interno della Comunità Cristiana. Uno degli aspetti più controversi evidenziato dagli scritti gnostici è quello della figura del Cristo, molto più umanizzata rispetto a quella divinizzata dai Vangeli riconosciuti dalla Chiesa Apostolica di Paolo. A partire più o meno dall’ anno 1188 queste divergenze di vedute trovarono terreno fertile in un crescendo di romanzi cavallereschi. Tra questi, “ Perceval o le conte du Graal “ di Chretien de Troyes, autore del quale  si conosce poco se non che facesse parte della corte del famigerato Conte di Champagne, individuo legato da cordone ombelicale alla storia dei Templari. Successivamente tra il 1190 ed il 1199, fu composto il “ Roman de l’ estoire dou Saint Graal “ di Robert de Boron. La serie continua con il “ Perlesvaus “, più o meno dello stesso periodo, forse composto da un Templare. Infine un riferimento al romanzo probabilmente  più famoso di tutti, che è “ Parzival “, composto tra il 1195 e il 1216, il cui autore è Wolfram von Eschenbach, un cavaliere originario bavarese. Nei romanzi cavallereschi ispirati al Graal emergono figure come Perceval, ( spesso presentato come il figlio della Vedova ), il Re Pescatore, Galahad, Sir Gawain ( Galvano ), tutti personaggi legati a Giuseppe di Arimatea. Giuseppe di Arimatea fu colui che ufficialmente pose il sangue di Cristo in una coppa ( il Graal ) utilizzata anche nell’ Ultima Cena. Personaggio doppiamente correlato al Cristo, poiché alcuni di “ quei documenti “ fanno ipotizzare che dietro questa figura si celava Giacomo, fratello di Gesù. Mi rendo conto delle pesanti implicazioni che questa ipotesi comporta. Certi dettagli andrebbero approfonditi con più meticolosità, data la complessità dell’ argomento. E’ giunto però il momento di introdurre un altro personaggio dominante dei Vangeli Gnostici: Maria Maddalena. Maria Maddalena ( Magdala in ebraico ) è stata da sempre identificata come una prostituta colta in flagranza di reato e perciò condannata alla lapidazione. Salvata in extremis da Gesù, ne asciuga i piedi bagnati dalle sue lacrime, facendo uso dei suoi lunghi capelli. Ritenuta “ scomoda “ dalla Chiesa Paolina, fu relegata ad un ruolo di secondo piano pur venendo in seguito canonizzata ( santificata ). Non è così, invece, per coloro che hanno fatto di questa donna un elemento di spicco della storia del Cristo vivente. Un’ affascinante ipotesi estrapolata dai Vangeli Gnostici, rivelerebbe in questa donna la compagna di Gesù. In questa circostanza il Cristo stesso avrebbe affidato a “ Lei “ il compito di divulgare la Parola, il Verbo. Fuggita dalla Terrasanta e sbarcata a Marsiglia ( Francia ) in compagnia di Maria Jacoba ( Maria Maddalena, Maria Jacoba e Maria Salomè sono le tre famose Marie del mare ), con l’ aiuto di Giuseppe di Arimatea ( Giacomo ), avrebbe portato nel suo grembo il frutto ( il Graal ? ) del suo particolare rapporto con Gesù. Sembrerebbe questo il punto di partenza dal quale i famosi Re Merovingi ( da Meroveo il giovane Re dei Franchi dal 448 al 458 d.c. ), rivendicherebbero la loro “ Discendenza Messianica “. “ Graal “ è un concetto che si presta a varie interpretazioni. Tracce di reminiscenza ne retrodatano il significato al mesopotamico GRA. AL. ( il nettare della Suprema Eccellenza ). Maria Maddalena divenne, e lo è tuttora, un personaggio emblematico della Chiesa Francese che si ispirò a Lei e non a Maria Madre di Cristo, per la realizzazione di tutte quelle Chiese o Cattedrali che assunsero il nome di “ Notre Dame “. La risonanza dell’ eco di Maria Maddalena raggiunse anche l’ Inghilterra, dove grande importanza fu data al culto, ( secondo alcuni ) del “ 13° Apostolo di Cristo “. Nei romanzi cavallereschi prima elencati, gli intrecci velati allegoricamente contenevano messaggi criptati, destinati solo a pochi e  sagaci lettori. Ma c’ è di più. Fiabe come Cenerentola, Biancaneve e i sette nani, La bella addormentata nel bosco, contengono un retaggio dei romanzi del Graal. Più recentemente, saghe riportate nelle sale cinematografiche come Indiana Jones, Harry Potter, Il Signore degli anelli ed altre, riprendono temi cari agli appassionati di esoterismo. La lista si allunga se vi inseriamo pellicole ancora più esplicite come Matrix ( considerato ormai un cult ), Immortal, e le recentissime Stardust e La bussola d’ oro, che evidenziano ancor più marcatamente vicende legate al Graal. Ancora una volta vengono a mente le parole di Gesù : Chi ha orecchie per intendere intenda! Al punto in cui siamo, vorrei esporvi un’ altra affascinante ipotesi ( una delle tante ) che in questa circostanza concerne la crocifissione di Cristo. Pare che alcuni ricercatori  abbiano messo in discussione l’ autenticità della morte di Gesù avvenuta mediante crocifissione. Secondo questa versione, gli stessi Cavalieri Templari, custodi del Graal e di imbarazzanti segreti riguardanti la storia del Cristianesimo, disconoscevano l’ episodio della Croce. Fonti non certe presumerebbero che sulla Croce fosse salito un altro al posto del Nazareno ( o Nazoreo ). Il Cristo sarebbe quindi fuggito lontano dai Luoghi Santi e nel corso della sua vita avrebbe toccato luoghi come l’ India, dove avrebbe lasciato tracce tangibili della sua presenza. L’ ipotesi della sostituzione di persona, viene avallata dalla Fede Islamica che comunque pone Gesù tra i più grandi Profeti di ogni tempo. A sostegno di tale considerazione, vi è l’ importanza data dai Mussulmani al culto di Maria Madre di Gesù, riconosciuto da tutto il mondo islamico. Diversa è la posizione dell’ Ebraismo, che non ha mai riconosciuto a Gesù alcun ruolo determinante. La posizione assunta dalla Ciesa di Roma a proposito dei manoscritti ritrovati nei deserti ( ascrivibili al II-III sec. d.c.),  fu di assoluto diniego e pertanto furono bollati da sempre quali scritture eretiche non conformi ai parametri dei  Vangeli canonizzati di Matteo, Marco, Luca e Giovanni. Solo questi ultimi, infatti, furono elevati dalla Chiesa Romana a unici depositari testamentari della Verità Cristiana. A partire dal Concilio di Nicea del 325 d.c. fino al Concilio di Trento del 1547, tutti i documenti “ alternativi “ o “ eretici “ furono sistematicamente soppressi. Coloro che furono trovati in possesso di materiale non conforme dovettero affrontare la terribile persecuzione di Santa Romana Chiesa. Tra quelli che dovettero pagare un prezzo altissimo affinché le loro idee fossero divulgate ai posteri vi furono i Desposyni ( antica parola greca il cui significato è  del Maestro ), i Manichei, i Bogomili, i Catari ( famosa è La Crociata Albigese condotta contro di essi, culminata in uno sterminio raccapricciante ), i Templari e loro affiliazioni, gli Ebrei e tutti coloro che professavano dottrine o culti non cristiani. La Chiesa Cristiana di Roma, nel corso della storia si macchiò di orribili stermini di  massa, come si evince da documenti resi pubblici da ricercatori non allineati ( si veda il lavoro certosino di G. Hancock “ Il Talismano “, Corbaccio Editore ). Al fine di sintetizzare il più possibile, basterà nominare due tristi figuri che si prestarono, avvalendosi della parola di Dio, ad un disegno di inimmaginabile ferocia. Uno è Domenico Guzman, il fanatico religioso che nel 1216 fondò l’ Ordine dei Domenicani, a loro volta fondatori nel 1233 della Santa Inquisizione. L’ altro è il celeberrimo Tomas  de Torquemada, il grande inquisitore del XV secolo, confessore di Re Ferdinando II e della Regina Isabella di Spagna. Un capitolo a parte meriterebbe lo sterminio del popolo dei Maya del quale se ne odono ancora i lamenti. La bibliografia a riguardo è vastissima. Qualora vi interessasse approfondire, vi consiglio la lettura dei seguenti testi : Il Santo Graal ( di M. Baigent – R. Leigh – H. Lincoln – ed. Mondadori ), Il Regno del Signore degli Anelli e La Linea di Sangue del Santo Graal ( entrambi i testi di L. Gardner – ed. Newton & Compton ). E’ doveroso un riferimento, anche in questo caso in modo conciso, a  uno dei Vangeli Gnostici , quello di Giuda. Dopo le polemiche astiose e interminabili suscitate dalla pubblicazione dell’ arcinoto romanzo di Dan Brown “ Il Codice da Vinci “, un altro libro approdato in edicola da circa un anno, il Vangelo di Giuda, è oggetto di animatissime discussioni .  Tratto da un codice su papiro oggi designato “ CODEX  TCHACOS “ ( si ritiene sia stato composto intorno al II sec. d.c. ), fu ritrovato in Egitto negli anni ‘ 70 da alcuni contadini. Per saperne di più vi rimando alla lettura del “ Vangelo di Giuda “ a cura di R. Kasser – M. Meyer – G. Wurst ( edizioni White Star – National Geographic ). Il Vangelo di Giuda espone il rapporto tra l’ Apostolo  “ traditore “ ed il Messia, con una esposizione dei fatti che differisce in modo eclatante dalla versione ufficiale dei Vangeli canonizzati. Nel Vangelo gnostico infatti, la figura di Giuda ne esce esaltata, al punto che il Cristo stesso la innalza al di sopra degli altri undici Apostoli, tanto che al “ traditore “ viene riservato un ruolo di primissimo piano nel “ Regno di Barbelo “, che Giuda identifica come il Regno di Dio. Il testo evidenzia la volontà precisa del Cristo e del Padre affinché si compia il “ tradimento “ secondo un piano prestabilito. E’ quivi evidente che l’ Iscariota ( o Sicariota per altre versioni ), porta solamente a compimento un incarico assegnatogli dall’ Alto. Alla luce di tutto ciò emergerebbe ( secondo questa versione ) che la sola colpa ascrivibile al Giuda sarebbe stata quella di aver obbedito con rigore e coerenza al volere del Dio Padre Onnipotente. La risposta di Santa Romana Chiesa è naturalmente distante anni luce da questa “ eresia “ aspramente combattuta. Il testo gnostico viene liquidato affidandosi sovente al giudizio di Sant’ Ireneo Vescovo che condannò come “ eretico “ il manoscritto verso l’ anno 180 d.c.. Il Vescovo Ireneo già in quella data affermava di conoscere i contenuti del testo ritenendoli falsi e blasfemi. La posizione della Chiesa di San Paolo può ed è condivisibile da centinaia di milioni di fedeli di tutto il mondo. Ciò però non toglie che nel “ Vangelo di Giuda “ si evidenzino aspetti nuovi quanto inquietanti. Primo fra tutti la frase attribuita a Gesù Cristo che rivolgendosi all’ Apostolo Giuda ne loda le virtù, poiché unico fra tutti ad aver compreso la Figura e la provenienza del Messia. Indicando poi gli altri Apostoli, il Cristo afferma che essi, non essendo a conoscenza della Verità, pregano e adorano un Dio che non corrisponde al suo Vero Padre Onnipotente. E’ questa un’ affermazione di tale gravità che desta negli uomini di Fede Cristiana grande sgomento. Non sarò ( e me ne guardo bene ) certamente io a tentare di dare al lettore possibili soluzioni. Ciò che cerco di dirvi è solo di riflettere su tutto ciò che, rimasto sepolto per millenni sotto tonnellate di sabbia, emerge ora come un altro grande progetto disegnato lassù fra l’ infinità dello spazio. “ Le labbra della sapienza sono aperte solo alle orecchie della comprensione “.

PIETRO ALBANESE