Home Cronaca “LA SANITÀ DAUNA COME UN PAZIENTE IN COMA!”

“LA SANITÀ DAUNA COME UN PAZIENTE IN COMA!”

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Per CGIL, CISL e UIL di Foggia la situazione al collasso attesta il fallimento della politica sanitaria del Governatore Emiliano e della ASL foggiana

“La sanità dauna è come un paziente in coma!” La denuncia forte viene da CGIL, CISL UIL. “Liste di attesa lunghe, carenze di organico, precariato per i lavoratori, la probabile chiusura dei Centri di Primo Intervento, i Pronto Soccorso al limite della soglia di emergenza. Senza contare le proteste dell’utenza, le aggressioni a medici, infermieri e a tutto il personale di comparto ed il pieno dei posti letto nei reparti ospedalieri. Ormai è chiaro che le politiche sanitarie partorite dal Governatore della Puglia Emiliano e di conseguenza dalla ASL foggiana e dall’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Foggia abbiano prodotto risultati negativi – affermano i Segretari Provinciali Maurizio Carmeno, Carla Costantino e Gianni Ricci – A volte, proprio nei Pronto Soccorso si vivono scene al limite della convivenza civile, quasi fossero degli ospedali da campo dove si vive in emergenza continua. Le criticità sono molteplici e, purtroppo, l’emorragia sanitaria sta avvenendo a danno dei cittadini dell’intera provincia e degli stessi lavoratori, medici e sanitari. In tempi non sospetti denunciammo il rischio di disagi e disservizi che la chiusura dei Punti di Primo Intervento avrebbe creato sul territorio dauno, ovvero il cortocircuito nei Pronto Soccorso, cosa che potrebbe essere imminente. A nulla sono serviti gli appelli lanciati a più riprese verso il Governatore Emiliano. Ora viviamo situazioni al limite del collasso in molte città, come a San Severo e Cerignola dove le Sale Operatorie sono a medio regime dal primo luglio per mancanza di medici ed anestetisti e per garantire le ferie ai lavoratori. Per non parlare dello stesso Pronto Soccorso dell’Azienda Ospedaliera Universitaria ‘Ospedali Riuniti’ di Foggia dove il personale medico impiegato è inferiore ai fabbisogni dell’utenza e delle stesse strutture ed alcuni sono utilizzati con contratto di lavoro precario o in Comando. Piaga del precariato che non tocca solo Foggia ma, anche, l’Alto Tavoliere, altri ospedali zonali, centri come Cerignola e Manfredonia e San Severo. La situazione di gravi difficoltà lavorative si ripercuote sui lavoratori esasperati dalla carenza di personale, costretti a sostenere, spesso, turni di lavoro massacranti, situazione di collasso che si scontra con la garanzia di giusta assistenza e che mette in forse la sicurezza sullo stesso posto di lavoro.

Nella città capoluogo il Pronto Soccorso vive una realtà incredibile, con pazienti costretti ad attese snervanti prima di poter effettuare il ‘triage’ ed ancora più lunghi sono i tempi di attesa per effettuare una visita vera e propria, se non in codice rosso dove i tempi sono celeri. Tutto questo mentre si realizza, senza soluzione di continuità, il bivacco notturno dei senza fissa dimora e si naviga a vista con un’organizzazione interna totalmente in crisi da tempo. Si aspettano le novità della costruenda cittadella della salute agli Ospedali Riuniti che, ci si augura, serva a bloccare la deriva dei servizi. C’è poi, ma certamente non perché sia l’ultimo dei problemi, la piaga gravissima delle liste d’attesa: quasi un anno per unarisonanza magnetica, due anni per la MOC, esame osseo che potrebbe essere eseguito in tempi brevissimi, per le mammografie vengono fissati appuntamenti in date impossibili. E’ una situazione insostenibile, che spinge al ricorso a strutture private non sempre accessibili da parte di utenti già provati perché in condizioni di disagio e difficoltà per le malattie subite. Stesso discorso per le strutture private accreditate dove i tempi di attesa sono più celeri ma occorre capire, con urgenza, se la sanità privata debba essere considerata ‘aggiuntiva’ o garantire nuovi servizi. Noi chiediamo che il Governatore Emiliano dia delle risposte alle domande che non sono solo le nostre, ma anche di tutti i cittadini della Capitanata – ribadiscono i Segretari Carmeno, Costantino e Ricci – perché le risposte le meritano proprio quegli utenti che sono già sofferenti e vedono negarsi il diritto alla giusta assistenza e cura sanitaria. E lo stesso Governatore Emiliano nomini un assessore a tempo pieno alla Sanità poiché questo settore impegna il 90% del bilancio regionale”.

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