“Caporalato un cancro che colpisce i braccianti agricoli, ma che ha bisogno di morti per essere menzionato”.

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Mattia Calorio (Sinlai Puglia):”Caporalato un cancro che colpisce i braccianti agricoli, ma che ha bisogno di morti per essere menzionato”.

Dopo gli ultimi incresciosi fatti di cronaca ci ritroviamo a parlare di una piaga sociale che sembra essere un evergreen estivo, quasi un tormentone.
Parliamo di un fenomeno antichissimo e radicato sul suolo italiano, ma troppo spesso ignorato se non fosse per le tragedie che lo riportano alla ribalta ogni estate.
Parliamo di Caporalato.
Il Caporalato altro non è che un fenomeno di schiavismo, concentrato nelle regioni del sud Italia nel settore agricolo.

Molto spesso per Caporalato, grazie alla disinformazione generale, si intende un fenomeno pressoché concentrato sulla raccolta dei pomodori da parte di lavoratori stranieri.
Ebbene no.
Il Caporalato esiste da moltissimi anni, sfrutta i lavoratori agricoli da generazioni, sempre con lo stesso modus operandi, salari che non corrispondono a quanto previsto dal contratto, diritti negati come per esempio il TFR,
turni di lavoro massacranti senza pause.
Certo che uomini e donne sfruttati da generazioni possono essere sostituiti facilmente da disperati provenienti dall’Africa,
ancor più facili da sfruttare.
Difficilmente queste persone sono regolari, vivono in veri e propri ghetti, senza neanche i più elementari diritti umani.
Certo che per chi ricopre nella società il ruolo di sfruttatore e schiavista, l’immigrazione di massa e irregolare non può essere che un affare.
La disinformazione contribuisce quasi in maniera inconscia a voler farci credere dunque che esistono braccianti italiani e stranieri, di cui quest’ultimi sfruttati dai caporali.
In realtà non è così, esistono gli sfruttati.
Esistono quelli più facili da sfruttare, dunque esistono quelli a cui possiamo togliere ancor più diritti.
Innumerevoli sono stati gli scioperi dei braccianti nel corso degli anni sul nostro territorio, ma il caporalato è un fenomeno vivo, il caporalato mantiene ancora salde le sue radici nei campi del sud Italia.
Ovviamente la nostra posizione resta la stessa, come quella dello scorso anno quando siamo stati avanguardia dei braccianti agricoli di San Ferdinando di Puglia: maggiori controlli con conseguente smantellamento del fenomeno del Caporalato.
Lo pretendiamo come priorità del governo.
Il Caporalato si sconfigge con la presenza dello Stato e con il blocco dell’immigrazione, affare per le mafie e per gli schiavisti.
Nel 1926 lo Stato italiano ha dimostrato con i fatti di poter estirpare questo cancro.
Nel 1926 venne varata la legge 563 detta “legge sindacale”; all’epoca al governo c’era il Duce Benito Mussolini, che diede inoltre carta bianca al Prefetto Cesare Mori per estirpare l’altro Cancro, se non il più grande del nostro Paese, la Mafia.
Nel settembre del 1944 il governo Badoglio con il decreto 287 aboli le leggi varate dal Fascismo in ambito lavorativo, le conseguenze ci ritroviamo a combatterle nell’agosto del 2018.
Abbiamo quindi avuto nel corso della Storia del nostro Paese esempi che ci hanno dimostrato che la giustizia sociale può trionfare.
Che i lavoratori possono vincere contro ogni forma di schiavismo.

Ufficio stampa #SINLA