Bocola, da Rifondazione Comunista alla corte di Salvini.

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Le migrazioni politiche ormai non fanno più notizia, però quella di Marianna Bocola merita di essere raccontata, perché e’ adatta ad un documentario del National Geographic.

Le prime stagioni le passa addirittura nel partito della Rifondazione Comunista, evidentemente disprezzando la proprietà privata e ritenendo l’immigrazione la salvezza dell’Italia.

Poi la falce e il martello passano di moda e la Bocola fa altri salti nel mondo della sinistra.

Nel 2009 pero’ a San Severo si sente odore di vittoria per il PDL e la Bocola imperturbabile, mette nel cassetto il poster di Che Guevara, e si fa catapultare nel partito ultraliberista di Berlusconi.

Ma anche quella stagione tramonta e così la nostra viaggiatrice nel 2014 trova un passaggio nell’ UDC , alleandosi al ballottaggio di nuovo con la sinistra di Miglio e Emiliano, ottenendo in cambio la Presidenza del Consiglio Comunale.

Adesso Miglio è in caduta libera e anche al sud spira forte il vento di Salvini.

E la Bocola, a poche settimane dalle elezioni, è pronta ad indossare la maglietta verde Padania e a gridare in prima fila: “ stop all’immigrazione”.

Il viaggio continua…

REDAZIONE

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