L’altra mafia.

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Nei convegni e nelle manifestazioni si parla spesso della criminalita’ tradizionale , quella che con pistole consuma rapine, estorsioni ed altro : un autentico cancro della nostra societa’.

Si parla invece molto meno della criminalita’ dei colletti bianchi, quella che non usa armi, ma delibere e determine amministrative. Quella che autorizza ecomostri o centri commerciali dietro il pagamento di tangenti ; quella che corrompe i giornali per influenzare l’opinione pubblica; quella che bandisce concorsi su misura per parenti o compagni di letto; quella che con i soldi pubblici affida incarichi professionali agli amici pagandoli dieci volte il prezzo di mercato; quella che ammantandosi di finta solidarieta’ trasforma la disperazione dei migranti in un business lucroso.

Un’ altra mafia, pericolosa come quella della lupara, perche’ dietro un paravento di falsa legalita’ produce morti avvelenando l’ambiente o piazzando incompetenti nelle sale operatorie; rende dannosa la macchina amministrativa sistemando incapaci negli uffici; altera il mercato e strozza l’economia schiacciando i piccoli commercianti.

Un’altra mafia anche piu’ difficile da combattere della prima, perche’ piu’ invisibile, perche’ si mimetizza mettendosi in prima fila nella marce per la legalita’, protetta dal perbenismo ipocrita dei vincitori dei falsi concorsi, dai giornali corrotti, dal silenzio complice di chi non vuole farsi nemici potenti.

Quest’altra mafia alimenta anche quella della lupara: infatti gli ecomostri e i grandi insediamenti commerciali molte volte sono “lavatrici” del malaffare e servono per riciclare il denaro sporco di traffici illeciti . Don Ciotti ripete spesso: “ la corruzione e’ l’avamposto della mafia”

Quindi la prossima volta che in un convegno sentirete qualche rappresentante con la fascia tricolore che tuonera’ solo contro la criminalita’ da strada, chiedetevi perche’ non parla anche dell’altra mafia.

REDAZIONE