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Siccità record a ottobre. Allarme Cia Puglia: olive avvizzite e campi a secco. È già calamità

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Il calendario degli agricoltori pugliesi segna il quinto mese di irrigazione. Già nella seconda decade del mese di ottobre le anomalie pluviometriche registrate (Dati Assocodipuglia – Associazione Regionale Consorzi Difesa Puglia) erano superiori (fino a -27 mm) rispetto allo stesso periodo del 2017, considerato siccitoso. In tutta la Puglia le precipitazioni pressoché assenti stanno mettendo a rischio soprattutto le colture olivicole, foraggere e orticole.

“Sugli alberi le olive sono avvizzite – spiega il presidente CIA Puglia Raffaele Carrabba – gli agricoltori stanno ricorrendo all’irrigazione d’emergenza, come si fa nei periodi più torridi dell’anno per salvare le produzioni in sofferenza. Mai come quest’anno, fino alla terza decade di ottobre, si trovano a fronteggiare una condizione di persistente siccità così marcata. L’Italia è letteralmente spaccata in due. Mentre al Nord le piogge stanno devastando i territori, in Puglia non piove da settimane ed è ancora estate, con punte di oltre 30 gradi. È una vera e propria calamità per l’agricoltura”.

Gli invasi reggono, la disponibilità idrica è pressoché la stessa dell’anno precedente e la situazione è sotto controllo nel Nord della Puglia, ma molti torrenti sono in secca. Ad accusare maggiormente il deficit idrico sono il Salento, il Tarantino e la provincia di Brindisi, già impegnati nella lotta alla Xylella fastidiosa, ma anche nella Murgia Barese e nel resto della provincia di Bari i danni sono evidenti. “L’anomalia di pioggia determina ulteriori costi di produzione che si aggiungono a quelli per il contenimento del batterio killer degli ulivi – prosegue il presidente Carrabba – Se non dovesse piovere nei prossimi giorni, le spese sarebbero esorbitanti. Per fortuna, molte amministrazioni comunali si sono prontamente attivate per prorogare i termini del servizio di riuso irriguo delle acque reflue. Il tema dei cambiamenti climatici è quotidianamente in agenda, ma i governi, a tutti i livelli, non affrontano ancora le conseguenze in maniera sistematica, nonostante le nostre pressanti richieste. Di questo passo ci troveremo sempre a tamponare le emergenze, in assenza di un piano che possa mettere al riparo i nostri agricoltori dalle anomalie meteorologiche ormai all’ordine del giorno”.

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