TORNA A CASA VINCENZO, PAZIENTE COVID DI SAN Severo.

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“….Volevo ringraziare i medici del reparto rianimazione e malattie infettive e reumatologia del Riuniti di Foggia nonché il compianto Padre Cipriano De Meo, del quale custodisco gelosamente una collana da lui benedetta, per avermi salvato la vita.
Ringrazio anche tutte le testate giornalistiche per essermi state vicino e,  attraverso loro, aver permesso di testimoniare il miracolo che ho ricevuto e consentire a chi ancora non si convince della gravità della situazione di riflettere molto e collaborare affinchè presto si possa uscire fuori da questo terribile incubo….” 
È con queste parole che Vincenzo, un paziente cinquantacinquenne di San Severo, gravemente  ammalato di Covid e che un mese fa ha ispirato una storia che ha parecchio commosso non  solo chi lo conosceva ma anche i tanti lettori che hanno avuto modo di leggere la sua storia, ha voluto esprimere attraverso una testimonianza da lui direttamente data il più totale compiacimento nei confronti di chi gli ha permesso di continuare praticamente a vivere.

Vincenzo era arrivato in condizioni critiche e a sirene spiegate presso l’ospedale riuniti di Foggia la sera del 14 di Dicembre. 
Lo stesso con una gravissima polmonite bilaterale interstiziale, aggravata da embolie polmonari in atto, veniva immediatamente sottoposto a coma farmacologico, intubato e subordinato a continui cicli di pronazione….
Dopo diversi giorni passati sospeso tra la vita e la morte Vincenzo, costantemente seguito con un’abnegazione e uno spirito di sacrificio fuori dal normale dai sanitari foggiani,veniva svegliato e, dopo un passaggio in malattia infettive , riabilitato fino a ritrovare a casa, luogo ove attualmente si trova, l’abbraccio di sua moglie.

La speranza che Vincenzo nutre, una volta ripresosi completamente,  sarà quella di poter offrire da Operatore Socio Sanitario, un personale contributo al fine di concorrere a debellare il male del millennio.
Ironia della sorte,infatti, Vincenzo, due giorni dopo l’avvenuto ricovero in quel dell’ospedale di Foggia, avrebbe dovuto prendere servizio, proprio per contrastare questa terribile piaga, presso il carcere di San Severo. Questo dopo quasi 8 anni passati alla ricerca di un nuovo lavoro dei quali uno vissuto esclusivamente attraverso il contributo del reddito di  cittadinanza.
Come dire è piovuto sul bagnato nella sua vita. Ora però, grazie ai medici, agli infermieri, a tutti coloro i quali hanno gravitato attorno alla sua gravissima patologia e alla fede coltivata grazie a Padre Cipriano, per lui un raggio di sole ora è lì pronto ad illuminare le sue speranze.
Sulmona, 11.01.2021
F.to
SUO FRATELLO
Mauro Nardella