SAN SEVERO/ COMPOSTAGGIO,QUANTOMENO IL DENARO NON PUZZA !

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Sentenza Corte di Cassazione 18 gennaio 2017, n. 2240

Aria – Attività produttiva – Autorizzazione alle emissioni – Rispetto dei limiti – Molestie olfattive – Assenza di una normativa e di valori limite in materia di odori – Configurabilità del reato ex articolo 674 Codice penale – Idoneità delle emissioni a recare fastidio alle persone – Sussistenza – Valutazione – Criteri() della “stretta tollerabilità

A proposito dell’impianto di compostaggio che tanto sta animando gli interessi di pochi e la preoccupazione di tanti.

Puzza l’atteggiamento di chi perversa nel volere l’impianto su via Foggia, puzza la presa di posizione di qualche consigliere che, seppur in tempi non lontani nemico, diventa amico del Sindaco ma che vorrebbe l’impianto su via San Marco, tutto questo ignorando la volontà dei sanseveresi che non vogliono assolutamente l’impianto, a prescindere dalla sua collocazione.

Però attenzione, perché sulla puzza emanata da un impianto, seppur regolarmente autorizzato, interviene condannando, la Corte di cassazione Penale.

La sentenza della Suprema Corte assume notevole valore nel riconoscere le molestie olfattive anche in presenza di regolare autorizzazione alle emissioni.

In particolare, indipendente dalla portata penale, risulta interessante il risvolto civilistico in presenza del riconoscimento del responsabile civile, poichè acclarata la responsabilità, i cittadini potranno avere un giusto risarcimento per le molestie ed eventuali conseguenze derivanti dalla emissione di odori sgradevoli.

L’attività di compostaggio non si sottrae a quanto sentenziato dalla Suprema Corte e dalle responsabilità derivanti di tipo sanitario relativi al tipo di produzione rispetto alla popolazione residente nelle adiacenze per l’aumento dei seguenti inquinanti:

rumore, odore, traffico veicolare, mentre, l’utilizzo dei compost in agricoltura come ammendante o per la pacciatura o per la copertura di aree verdi, potrà essere fonte di pericoli diversi (fitotossiccità e bioaccumulo).

In pratica, si apre, in presenza del fallimento della politica ambientale promossa da questa amministrazione, una nuova fase risarcitoria, che quanto meno, porterà ristoro economico ai cittadini sulle spalle delle imprese, dei responsabili dell’intero iter autorizzativo e della gestione politica che ha sottoscritto gli atti e che rappresenta il primo innesco di questa nuova disastrosa parentesi della storia di questa città