SAN SEVERO, LA DIOCESI OFFRE RESIDENZA A IMMIGRATI. LA DENUNCIA DI SINLAI E FORZA NUOVA: “STRUMENTO CHE INCENTIVA IL CAPORALATO, CHIESA COMPLICE”.

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A San Severo, in provincia di Foggia, la Diocesi ha stipulato una convenzione con il Comune tramite la quale agli stranieri senza fissa dimora sarà consentito di stabilire la residenza presso le Parrocchie della zona.
stando a quanto dichiarato, si tratterebbe di una misura di contrasto al caporalato, poiché volta a beneficare quegli extracomunitari impiegati come braccanti agricoli nel foggiano, e che ora popolano i famigerati “ghetti” della Capitanata.
Di tutto altro avviso il Sindacato SINLAI e Forza Nuova, che, con una nota congiunta, sono intervenuti, rispettivamente, tramite il segretario nazionale Valerio Arenare ed il segretario cittadino di Forza Nuova San Severo  Armando Dell’Oglio: “Malgrado i proclami, in realtà l’elargizione massiva della residenza a tutti gli immigrati della Capitanata non farà che incentivare il fenomeno del caporalato e dello sfruttamento dei braccianti. Infatti, consentire a questi disperati di avere una carta d’identità e di iscriversi all’anagrafe non farà che garantire loro l’ottenimento del permesso di soggiorno e della cittadinanza; per non parlare dei servizi cui avranno diritto, chiaramente a spese dei contribuenti italiani, primo fra tutti l’accesso all’assistenza sanitaria. Inutile dire che, in questo modo, i caporali saranno meglio tutelati nei loro interessi, poichè sarà per loro più facile e più conveniente importare schiavi da sfruttare, il cui mantenimento sarà a spese dello Stato.
Una volta ancora, dunque, la Chiesa, anche nel nostro territorio, si è dimostrata complice del business dell’accoglienza, che consente una speculazione milionaria sulla pelle degli immigrati; e soprattutto promuove la sostituzione etnica degli italiani sui luoghi di lavoro, offrendo manodopera priva di diritti ed a bassissimo costo.
Per i poveri e gli indigenti pugliesi, invece, non esiste alcun supporto né tutela, tanto che se non puoi permetterti una dimora stabile e non hai la pelle nera, né lo stato, né tantomeno la Chiesa, muovono un dito per aiutarti”.

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