“OSSESSIONE DA RIPRESA”

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ORA! LEGALE.
Il dramma di questa emergenza, non è rappresentato dal fatto che la popolazione sia rimasta in casa per due mesi, ma dalle migliaia di morti e dalla difficoltà per gli ospedali di organizzare i ricovero dei malati nelle terapie intensive.
Ripresa, non vuol dire uscire di casa per sfogare gli impulsi accumulati e repressi durante due mesi di costrizione a casa. Questa è una concezione individualistica ed opportunistica della vita.
Riapriranno le attività commerciali e le imprese che garantiranno il mantenimento del giusto distanziamento sociale. Di conseguenza le uscite dovranno essere dettate, sempre da motivi di necessità.
Invece si verificherà che le strade saranno invase da automobili, che vorranno fare la passeggiata per la città e da pedoni che circoleranno senza meta. E tutto ciò perché l’ossessione della ripresa ad ogni costo, sponsorizzata da tante forze politiche, ha ingenerato nella popolazione la consapevolezza che l’emergenza è superata. E se si dovesse verificare una ricaduta del Covid 19 (in Lombardia per esempio)? E se invece il virus, che qui da noi è stato contenuto, dovesse sprigionarsi ed infettare la popolazione?
L’effetto sarebbe disastroso sia in termini sanitari che dal punto di vista economico. Perché a quel punto, l’avvio della fase due potrebbe essere ritardato o interrotto, a detrimento del sistema economico, che entrerebbe nel baratro di una fase di depressione. Quindi la fisima della ripresa deve essere accompagnata dalla consapevolezza che il virus è ancora un pericolo. Chi lo nega, o ritiene che in Lombardia non sia successo nulla, oppure è in malafede.
LUIGI CENTUORI